Fisico statuario, faccia pulita ed un sorriso profondo che gli incornicia gli occhi. Edoardo Purgatori è un attore che fa il suo mestiere con il piglio da artigiano, devoto al cinema senza mai dimenticare il teatro, di cui cova una passione sconfinata. E tra un sipario e l’altro per Edoardo è arrivata la partecipazione alla fortunata serie in onda su Disney+ dal titolo “Le Fate Ignoranti”, in cui ha preso parte per volere del regista Ferzan Özpetek, con cui era già impegnato nel remake teatrale di “Mine Vaganti”. Classe ’89 di Roma, figlio del giornalista Andrea Purgatori, il giovane Edoardo cresce circondato dalla cultura, coltivando l’amore per la recitazione ed il teatro che lo affascinano sin da bambino. Una passione che diviene ben presto un lavoro, capace di condurlo dagli stage alle fiction televisive.
Mucca Talkshock ha incontrato Edoardo Purgatori a pochi giorni dal debutto della serie firmata da Özpetek, per conoscere meglio l’uomo dietro la maschera d’attore.
Essere nel cast della serie “Le Fate Ignoranti” cosa vuol dire per te?
Per me è stato un sogno che si è realizzato. Sono entrato a far parte di un cast che ha riproposto le vicende di un film che, dal 2001, è rimasto come un cult nella memoria di tutti. Ho partecipato nel ruolo che 20 anni fa era di Filippo Nigro e interpretare un ruolo simile e farlo conoscere alle nuove generazioni, su una piattaforma come Disney che lo sta portando in tutto il mondo, è una cosa che mi rende immensamente grato.
Hai un ricordo legato al film originale?
Sono rimasto molto colpito dal film originale. All’epoca avevo 18 anni e il film fu distribuito in un anno molto particolare, quello del primo World Pride di Roma. Mi piacque moltissimo e anche io, da spettatore, sognavo di esser parte di quella terrazza. Ritrovarmici realmente 20 anni dopo, non mi fa smettere di sorridere.
Com’è lavorare con Ferzan?
Lavorare con un maestro come lui è incredibile. Sono ormai tre anni che collaboro con Ferzan e ogni volta è sempre un gran bel viaggio, oltre che un grande piacere. Lui riesce sempre a creare un ambiente nel quale ci si vive e ci si diverte anche tanto, dal cast a tutti i reparti. Questo fa sì che sul set si crei una sintonia che non è artefatta e che risulta sempre preziosa.
Cosa ti ha insegnato questa esperienza lavorativa?
Esser parte di un’operazione del genere con una produzione come Disney, è davvero una grande occasione. Ha fatto sì che io mi mettessi alla prova con tanti colleghi che stimo e ammiro e mi ha dato modo di constatare che “sono nel mio”, che sono pronto e che progetti di questo tipo sono alla mia portata.
Il collega di set con cui ti sei maggiormente trovato (lavorativamente e affettivamente).
Senz dubbio Filippo Scicchitano, con cui ho già lavorato in passato e con cui siamo anche amici al di fuori del set. Ci vogliamo bene ed entrambi condividiamo la voglia di dare sempre il massimo nell’interpretare i personaggi che ci vengono proposti.
Cosa pensi della Legge ZAN?
Sono felice perché in questi giorni ho appreso che l’iter è ripreso e spero fortemente che chi ha giocato un brutto scherzo nella prima parte del percorso, non abbia nuovamente lo stesso atteggiamento. Speriamo che l’Italia si allinei con la gran parte del mondo in materia di diritti, per non lasciare nessuno indietro.
Sei molto apprezzato dal pubblico gay. Ne sei consapevole?
Non ne ero a conoscenza e ne sono molto felice. Spero sempre di piacere a tutti nel lavoro che faccio e quando mi capita di raccontare personaggi che sono vicini alla comunità LGBTQIA+, lo faccio sempre con impegno e se questo viene colto, la cosa mi rende sinceramente felice.
Hai un ricordo legato a Muccassassina? Ti va di raccontarlo?
In realtà ci sono stato una sola volta ed ero molto giovane, ma ricordo di essermi divertito moltissimo… ma è risaputo che le serate di Mucca sono divertentissime. Molti degli amici che ho conosciuto all’epoca me li porto ancora dietro.
Un pensiero sulle nuove generazioni e sulla fluidità di genere? Come vivi questa trasversalità di sentimenti?
Io credo che finalmente stiamo andando verso una maturità (a livello mentale), che ci permette di non classificare più le persone in base ai loro gusti sessuali. Mi sono sempre battuto affinché questo concetto fosse sempre più condiviso – spesso vado nelle scuole a parlare di bullismo e inclusività – e sono felice di vedere che questo pensiero sia sempre più parte delle nuove generazioni.
Progetti futuri?
È prossimo in uscita “Siccità”, il nuovo film di Paolo Virzì, a cui seguirà il nuovo film di Giovanni Veronesi, in cui sono tra i protagonisti insieme a Pilar Fogliati. E poi tanto teatro per cui non posso ancora dir nulla ma di cui presto vi racconterò!
Intervista a cura di Roberta Savona