Quando è come è nata la tua passione per la moda e che cosa significa essere titolare di un brand?
La mia passione per la moda ce l’ho sempre avuta fin da bambino, mi è sempre piaciuto creare, pensare, lavorare con le mani, pensare a degli oggetti, che poi potessero diventare dei vestiti.
Essere titolare di un brand significa farsi carico, anche di tuti quelli che sono i problemi e la gestione giornaliera, che comporta avere un’azienda e fare l’ imprenditore, non è solo dover fare la parte creativa e la comunicazione, ma è pensare anche alla gestione di un brand a 360 gradi, quindi alla parte finanziaria, organizzativa e gestionale, di tutto quello che c’è bisogno per avere un brand un di moda, per comunicarlo e veicolarlo.
Le gestione dei clienti che faccio con il mio team, significa avere una visione a 360 gradi, di quello che a che fare con dei capi di abbigliamento e di che vuol dire avere un brand, avere una visione trasversale per poi veicolare dei messaggi.
Una delle tue collezioni ha potuto sfilare con il supporto di Giorgio Armani, che significa per un giovane designer essere scelto da uno dei nomi più illustri della moda italiana e internazionale: da Re Giorgio.
Avere avuto l’opportunità di aver sfilato nel teatro di Giorgio Armani è stata un’enorme responsabilità, perché essendo io un piccolo brand, indipendente, e anche un po’ di nicchia, il fatto che un brand come Giorgia Armani, ti dia il supporto, visibilità, è stato per me una grandissima visibilità, nel senso che improvvisamente ho avuto una visibilità a livello mondiale, e quindi ho potuto mostrare quello che sapevo fare, ma soprattutto, il messaggio che volevo dare a un mercato più globale rispetto a quello a cui mi riferivo prima.
Da sempre la moda è lo specchio dei tempi, racconta la società è la contemporaneità, attraverso le tue collezioni, come riesci a far veicolare messaggi di inclusione e superamento dei pregiudizi.
Devo dire che è una cosa che fa parte di me, non ho mai dovuto fare uno sforzo, sono uno che ha viaggiato tanto per il mondo, e avuto anche fare con gente diversa e di tutti i tipi.
Non ragioni mai per definizione, pensando ad una cosa che sia molto maschile o troppo femminile, è vero il brand è diviso in uomo e donna, ma perché questo è il mercato, per esigenze di inserire quello che si vuole comprare. Le divere categorie.
Sa sempre sono stato multietnico, nel senso che nella stati dei modelli
Le persone e i modelli sui quali è il prodotto non ho mai fatto differenze di etnicità, ma piuttosto era una ricerca di persone e personaggi che mi ispiravano qualcosa
Il messaggio inclusivo è nel mio Dna, non è uno sforzo per me.
Sei stato mai giudicato o bullizzato per le tue scelte professionali o per il tuo orientamento sessuale?
Non sono mai stato bullizzato, per le mie scelto, nel senso che è vero il giudizio a cui mi sono sentito più toccato. è quello dal punto di vista lavorativo
La mi capacita, è stata messa in crisi ci mio zio
E’ vero il giudizio al quale mi sento più giustificato è quello dal punto di vista professionale, nel senso le ,mie capacità e questo giudizio è un freno perché fai un prodotto, con dei vestiti che mostri, e quindi a gente li giudica.
Per le mie scelte sono stato sempre libero ed ho avuto ed ho sempre viaggiato tanto, ho avuto sempre il supporto dei miei amici e della mia famiglia. Per me è stato sempre qualcosa di molto naturale e non traumatico.
Da poco sei stato nostro ospite in uno dei venerdì di Muccassassina, quello che hai visto lo vedremo mai in una tua passerella, o sei stato ispirato?
Sì sono stato da poco da voi a Muccassassina, quello che vedo mi lascia sempre qualcosa nella mia mente creativa, nel senso che io ho bisogno di andare in giro viaggiare, andare giro pei club, conoscere gente, vedere gente, tutto queste immagini e queste emozioni, che provo e che vedo sicuramente influenzano tantissimo il mio processo creativo, anzi ne ho bisogno continuamente di vedere, di fare, di ispirarmi da tutto ciò che mi circonda bisogno di ispirarmi da tutto ciò che mi circonda.
Muccassassina è un mondo della notte, dove ci sono sempre dei personaggi pazzeschi, che sono sempre molto ispiranti per il mio lavoro e per la mia creatività.
Intervista a cura di Paolo Di Caprio e Stefano Mastropaolo
Credits
Foto: Kevin Rashid Giaquinto