Sei la prima Italian’s Drag Queen Super Star, cosa significa indossare quella corona per Elecktra Bionic?
Per Elektra Bionic, indossare questa corona è una rivincita a livello personale, perché spesso mi sono sentita dire che il mio personaggio era solo bello, privo di contenuti, quando non mi conoscevano, e quindi era facile giudicare e dire è bella ma non balla. Per me è importante indossare quella corona, perché voglio che molte persone si rispecchino nel mio passato, che trovino la forza come l’ho trovata io, riuscendo ad arrivare dove sono oggi, perché anche con poche cose, con tanti sacrifici e tanto sforzo, ce la si può fare.
Per me è un bel carico, è importante per me indossarla e lanciare questo tipo di messaggio, che poi è lo stesso che ho cercato di far trasparire durante il programma.
Quali sono le reference, e i personaggi a cui si ispira Elecktra?
Non ho proprio delle reference, studio il mio corpo e il mio viso e da lì cerco di attuare un piano per uscire sempre al top. Se però devo ispirarmi a qualcuno allora penso a Violet Chacki, su alcune cose, poi anche a Iggy Azalea, sui look un po’ “Bad bitch”, un po’ stronza di strada, cioè figa ma streetwear.
Quando Elecktra Bionic è entrata nella vita di Mattia?
Elektra Bionic, in realtà c’è sempre stata dentro il corpo di Mattia, ma era dormiente, perché finché non ho scoperto le drag queen non capivo quale fosse il modo per poter conciliare tutte le mie passioni: trucco, parrucco, vestiti, show, musica.
Quando ho visto per la prima volta le drag queen ho deciso, io voglio fare quello, non dico voglio essere così perché erano brutte ahahhaha, però ho detto voglio fare quello e voglio farlo bene.
Però realmente è entrata nel mio corpo nove anni fa, ai miei diciotto anni, le prime volte che andavo a ballare e vedi subito quest’arte Elecktra si è svegliata, ed eccoci qua.
Cos’è per te il Drag e cosa farai per far capire a tutti, che è una forma di spettacolo a tutto tondo?
Il programma ci ha dato un grande aiuto a far arrivare al pubblico questa forma di spettacolo, ma continuerò a portarlo, sempre in modo visibile, dappertutto, non voglio fermarmi alla discoteca, non voglio fermarmi all’evento Lgbtq+, ma cercherò di portarlo sui grandi schermi, cercherò di portare i miei messaggi e quello dell’arte drag ovunque io riesca.
Perché voglio ricordare che per me l’arte drag è una forma politica fortissima, perché si sa non è sempre politicamente corretta, ma severa ma giusta.
Hai una Drag Family? Se si come stanno vivendo il tuo successo? E come lo sta vivendo la tua famiglia di sangue?
Non ho un drag family, perché mi ricordo che nei camerini, le drag che c’erano, mi dicevano che se mi serviva qualcosa di non chiedere aiuto e fare tutto da sola, cresci e impari.
Non ho avuto una drag family, non ho avuto chi mi facesse dei costumi, non ho avuto chi mi facesse dei costumi, non ho avuto chi mi consigliasse, cosa fosse meglio e cosa no.
La mia famiglia di sangue è fierissima, anche perché io ho lottato per far accettare quest’arte in famiglia, perché purtroppo quando si dice ignoranza, è la mancata conoscenza di qualcosa che spaventa sempre ad una madre e ad oggi sono i miei più grandi fan, e sono fieri di vedermi in quei panni, anche in tv.
Descrivici con un aggettivo la giuria e le tue compagne di werk room.
Un aggettivo per i miei compagni di week room era ed è famiglia, si è creata una vera e propria famiglia, un percorso di crescita tutte insieme.
Per la giuria, direi Chiara Francini, eterna, Tommaso Zorzi, 🔝, Priscilla ♥️, una parola sola per la giuria, amore!!!
Ti vedremo presto sul palco del Muccassassina, con uno show tutto tuo, dedicato a te, ci anticipi qualcosa?
Gli uomini e le donne tengono la mani bene in vista, e non anticipo nient’altro.